L’ozono… la scienza battericida
L’ozono è una molecola costituita da tre atomi di ossigeno di formula chimica O3. Si presenta come un gas instabile azzurrognolo, molto reattivo e velenoso, dal caratteristico odore pungente: a piccole dosi prende l’odore del fieno appena tagliato, mentre in quantità elevate l’odore si avvicina a quello dell’aglio.
A temperatura ambiente l’ozono è un gas incolore, di odore acuto e penetrante.
La soglia di percettibilità olfattiva per l’uomo è a concentrazioni tra 0.02 e 0.05 ppm (parti per milione), pari a circa 1/20 della soglia di concentrazione definita sicura per un tempo di esposizione di 15 minuti ed a circa ¼ della soglia di esposizione definita sicura negli ambienti di lavoro.
Allo stato di formazione l’ozono si presenta di colore violetto, dimostra sempre una notevole instabilità e tende a decomporsi velocemente con l’aumento della temperatura. Per queste ragioni, l’ozono deve sempre essere prodotto sul luogo di utilizzo, non potendo essere conservato allo stato gassoso che per brevissimi periodi.
In natura l’ozono si forma spontaneamente per effetto dei raggi ultravioletti sull’ossigeno della stratosfera, in una fascia compresa tra i 25 e 55 Km di quota. A bassa quota sono invece rilevabili concentrazioni di ozono estremamente limitate, in quanto esso viene continuamente distrutto nel corso di reazioni con le sostanze organiche presenti nell’atmosfera. L’ozono presente nell’aria, a temperatura ambiente, si scompone nuovamente in ossigeno e la velocità di scomposizione aumenta con l’aumentare della temperatura ambiente ed in presenza di umidità e sostanze organiche.

L’ozono è un gas altamente reattivo la cui instabilità è utile in quanto nel proprio processo di scomposizione esplica la sua azione ossidante nei confronti di sostanze organiche (batteri, virus, spore, insetti) e inorganiche.

Esempio di macchina che genera ozono dotata di sensore.
L’ozono ha una capacità antimicrobica molto ampia in quanto è attivo nei confronti di batteri, miceti, virus, protozoi e spore batteriche e fungine (Kadre -2001). L’inativazione provocata dall’ozono è un processo complesso visto che è esercita su vari componenti della membrana e della parete cellulare (esempio gli acidi grassi insaturi, i glicoproteine e gli acidi nucleici).
I microrganismi muoiono per la distruzione degli involucri o per la disintegrazione dei componenti cellulalri. La distruzione, o lisi, è un meccanismo d’inativazione più rapido rispetto a quello provovcato dai disifettanti, i quali devono penetrare attraverso la membrana cellulare per poter agire.
Riguardo lo spettro d’azione, ciascun microrganiamo ha una peculiare sensibilità all’ozono. I batteri in generale sono suscettibili a questo gas rispetto ai lieviti e ai miceti; si riscontra, però, che i batteri Gram negativi, e le spore sono maggiormente resistenti rispetto ai batteri Gram positivi.
Per molti virus lipofili è probalibile che l’inattivazione preceda la distruzione fisica e per altri, invece, leso il capside, l’ozono entrerebbe in profondità e dannegerebbe gli acidi nucleici virali.